Pyramides Calcaires
Renato Sella
Dopo i
sopralluoghi effettuati, nell’agosto del 2000, da Franco Berdozzo, Renato
Sella, Sergio Tosone e Manuel Zandomenichi che avevano prodotto scarsi
risultati speleologici nei versanti sud-occidentali delle Pyramides Calcaires,
Alessandro Pastorelli aveva localizzato un pozzo di chiara origine tettonica in
quelli nord-orientali, poco a ridosso del rifugio Elisabetta Soldini.
L’esplorazione
di tale pozzo era stato così inserito tra i programmi estivi da
sviluppare in territorio valdostano e, per agevolare il lungo avvicinamento, era stato
richiesto il permesso di percorrenza delle strade poderali. Per le Pyramides però, oltre al permesso, occorreva accedere
anche alla chiave della sbarra che
blocca il transito poco oltre la Visaille.
Superate le
difficoltà burocratiche con l’acquisizione della chiave per il
periodo 12-20 agosto, Enrico Lana, Alessandro Pastorelli, Renato Sella e
Luciano Tarricone, il 14 agosto, raggiungono il rifugio Elisabetta in una
giornata che, inizialmente
splendida, peggiora rapidamente fino a dispensare una fitta e gelida pioggia.
Sperando in un rapido miglioramento, raggiungono
così la diaclasi che Alessandro aveva già localizzato: un vistoso e profondo
distacco di versante in roccia calcarea. Un tappo di neve, cariato in più punti, copre
l’intero fondo della parte facilmente percorribile…decidono
comunque di infiggere uno spit di sicura.
Ben assicurato, Alessandro si avventura sulla neve…pochi metri ed
il tappo cede…tre/quattro metri di volo…da quel lato la frattura
diventa inagibile. Renato, in
arrampicata, trova la fine della frattura: un salto verticale di una quindicina
di metri. Cinquanta metri
oltre nota anche un ulteriore ingresso…difficile però da
raggiungere. Sono ormai
fradici! Decidono di scendere al
Rifugio Elisabetta dove mangiano
molto bene e pagano il giusto.
La perturbazione passa. Qualche timido raggio di sole filtra
dalle nuvole e, prima di prendere la via del ritorno, risalgono il tratturo che
taglia il settore sud del versante, fino ad una stazione di mungitura dove
incontrano un pastore che nega la presenza di grotte, caverne, buchi...anche di
quello che si apre ad un centinaio di metri dalla stazione.
Ingresso
opera militare alla Cima N delle Pyramides (R. Sella)
Si tratta di opere militari. Ne rintracciano alcune di piccola e
media dimensione. Alessandro
ed Enrico avviano così la loro sistematica ricerca di insetti...
Scendendo
in auto, notano sulla strada sottostante al rifugio, una evidente frattura che
s’insinua nella montagna. E’ ampia e sembra anche profonda, ma
è piena d’immondizia!
Le Pyramides dal Vallone del
Miage (R. Sella)
Tornano
il 16 agosto. Il tempo è
splendido. Raggiunto il pozzo della
precedente uscita, che viene “battezzato” Diaclasi delle Piramidi,
procedono al rilevamento topografico. Lungo esili e franose cenge,
raggiungono, sempre alla stessa quota, una seconda diaclasi che forma una sala,
molto apprezzata dagli
stambecchi…Più avanti, in un tratto particolarmente tormentato
della falesia scoprono altri due trafori che posizionano e rilevano. Continuano poi, con molta
difficoltà e fatica, a risalire verso il Colle che separa le Piramidi
senza però effettuare ulteriori scoperte. Nel frattempo si sono divisi e
decidono di riunirsi sul colle più settentrionale delle Pyramides, per
tentare di effettuare ricerche biologiche in una miniera che Renato aveva
percorso nella visita del 2000. Sul colle si affacciano
però due strutture militari una, quella sulle pareti delle Pyramides si
rivela molto ampia e complessa, con ancora brande, porte metalliche e resti
degli impianti in loco, l’altra, circondata da reticolati, è
invece costituita da un solo ambiente. La miniera dov’è? Scendendo viene cercata invano…
Prima di lasciare la valle viene rilevata
la frattura “denominata della Monnezza”che si apre sul tratturo.
E’ abbastanza estesa e complessa…potrebbe diventare un punto di interesse
turistico…se solo si capisse che non è una buona idea liberarsi
delle immondizie nascondendole sotto il tappeto del salotto!
Schede
catastali
1a Diaclasi alle
Pyramides – 2097 AO
Comune:
Courmayeur – Monte: Pyramides Calcaires – Valle: Veny – C.T.R.: 3070r - Posizione: 32T 331469 – 5070400 – Quota:
Itinerario
d’avvicinamento: Dal rifugio Elisabetta Soldini verso W,
risalendo il comodo sentiero puntando verso il limite orientale della falesia
calcarea. Alla base (punto di
contatto tra pascolo e rocce nude) si scorge l’ampio ingresso inferiore
della cavità.
Descrizione:
Un vistoso distacco di versante caratterizza la cavità generando
un’ampia fatturazione orientata verso SW. Dall’ingresso basso si
penetra per qualche metro su stabili rocce, poi il fondo è interamente
occupato da un tappo nevoso pericoloso da percorrere senza adeguata assicurazione
(spit in alto sulla parete meridionale).
Al momento della visita non si sono comunque notate possibili
prosecuzioni verso il basso.
1° Diaclasi delle
Pyramides (R. Sella)
Risalendo,
in arrampicata relativamente facile, il fianco della falesia si raggiunge
l’ingresso superiore, a pozzo.
Grossi massi incastrati nella frattura determinano, con ampie
discontinuità, il tetto della diaclasi. Non sono stati rilevati né
scorrimenti idrici, né concrezionamenti.
2a Diaclasi alle
Pyramides – 2098 AO
Comune:
Courmayeur – Monte: Pyramides Calcaires – Valle: Veny – C.T.R.: 3070r - Posizione: 32T 331429 – 5070383 – Quota:
Itinerario
d’avvicinamento: Dal rifugio Elisabetta Soldini verso W,
risalendo il comodo sentiero puntando verso il limite orientale della falesia
calcarea, si raggiunge alla base
(punto di contatto tra pascolo e rocce nude) la 2097 e, dall’ingresso
superiore, si scorge, circa
Descrizione:
Nel suo sviluppo verso SW la diaclasi genera una seconda cavità,
più modesta ed instabile della 2097. Lo sviluppo metrico è limitato da
pericolosi ammassi di frana che rendono demenziale ogni tentativo di forzare i
passaggi verso il basso.
3a Diaclasi alle
Pyramides – 2099 AO
Comune:
Courmayeur – Monte: Pyramides Calcaires – Valle: Veny – C.T.R.: 3070r - Posizione: 32T 331391– 5070383 – Quota:
Itinerario
d’avvicinamento: Dal rifugio Elisabetta Soldini verso W,
risalendo il comodo sentiero puntando verso il limite orientale della falesia
calcarea, si raggiunge alla base
(punto di contatto tra pascolo e rocce nude) la 2097. Dall’ingresso
superiore, si scorge, circa
Descrizione:
La diaclasi tagliando verso SW la massa calcarea, genera una terza cavità,
più articolata ed apparentemente più instabile delle altre. La grande quantità di massi
medio/grandi che ingombrano i passaggi danno all’ambiente un senso di
precarietà prossimo al collasso.
L’esplorazione e lo sviluppo metrico sono limitate dai pericolosi
ammassi di frana che hanno fortemente sconsigliato di avventurarsi nei vani
aperti verso il basso.
3°
Diaclasi delle Pyramides (R. Sella)
Traforo dei Camosci –
2100 AO
Comune:
Courmayeur – Monte: Pyramides Calcaires – Valle: Veny – C.T.R.: 3070r - Posizione: 32T 331255– 5070342 – Quota:
Itinerario
d’avvicinamento: Dal rifugio Elisabetta Soldini verso W,
risalendo il comodo sentiero puntando verso il limite orientale della falesia
calcarea, si raggiunge alla base
(punto di contatto tra pascolo e rocce nude) la 2097. Dall’ingresso
superiore, si scorge, circa
Descrizione: E’ la più piccola delle
cavità esplorate ed anche la più solida. Non a caso deve costituire un abituale
riparo per i branchi di camosci e di stambecchi che occupano stabilmente la
zona. Si tratta di un breve
traforo semipianeggiante.
Anche in questa cavità non sono stati rilevati segni di evidenti
scorrimenti idrici.
Diaclasi della Rumenta
– 2101 AO
Comune:
Courmayeur – Monte: Pyramides Calcaires – Valle: Veny – C.T.R.: 3070r - Posizione: 32T 332193– 5070528 – Quota:
Itinerario
d’avvicinamento: Dai casolari di Lex Blanche, sottostanti il
rifugio Elisabetta Soldini, scendere
il tratturo verso il Miage.
Pochi metri oltre il primo tornante, sulla sinistra, si apre
l’ingresso della cavità.
Descrizione: La cavità, di origine tettonica,
presenta l’identico orientamento delle altre e, pur nel suo limitato
sviluppo, sarebbe certamente visitata dai numerosi escursionisti che
frequentano il rifugio. Lo sarebbe se non fosse, ormai da tanto tempo (lo
testimoniano i numerosi tipi di scatolette che caratterizzano
l’immondezzaio maleodorante
in prossimità dell’ingresso) testimone della stupidità e
dell’inciviltà della gente (anche quella che frequenta la
montagna). Superata la monnezza, la
cavità prosegue ampia per alcune decine di metri, per sdoppiarsi, verso
il fondo, in un ramo ascendente che chiude in frana ed in un pozzo di circa
Conclusione
Le
esplorazioni dell’area non possono assolutamente considerarsi
concluse. Nei sopralluoghi
effettuati, nonostante l’asprezza del territorio, è stata
esaminata la base dell’affioramento calcareo sul contatto detritico, sia
dei versanti settentrionali che di quelli meridionali.
A
nord le cavità sopradescritte di tipo tettonico non si possono ascrivere
ai fenomeni carsici; mentre a sud alcune forme, anche se speleologicamente non
rilevanti, come tubi freatici concrezionati, interstrati verticali e risorgive
carsiche sottostanti i casolari di Lex Blanche andranno ancora attentamente
vagliati. E’ stato
altresì avviato lo studio biospeleologico delle cavità esplorate
e questo esteso anche ad alcune delle numerose opere militari presenti sul
territorio, la cui consistenza e rilevanza potrebbe costituire un lavoro di
documentazione ben più corposo di quello speleologico. Una vecchia miniera abbandonata
(casualmente rintracciata nel sopralluogo dell’agosto 2000) non si
è più riusciti a localizzare nel 2011. Anche sotto il profilo
bibliografico molto deve essere ancora sviluppato…scarse sono state infatti le opere rintracciate e
consultate.
Bibliografia
CASALE A., DI MAIO M. 1982 - Speleologia in Valle d'Aosta.
Rév. Valdôtaine d'Histoire Naturelle, Aosta,).
AUTORI VARI 1992 – Guide Geologiche Regionali – Soc.
Geologica Italiana
GARIGLIO D., MINOLA M., 1994 - Le fortezze delle Alpi occidentali, ed. l'Arciere,
SELLA R. 2000 – Pyramides Calcaires – Notiziario Orso Speleo Biellese n° 145.
ZAVATTA L. 2004 - Le valli del Monte Bianco, L’Escursionista Editore, Rimini
ASCOLI M., BOGLIONE M.,IALONGO
G.,PERRON M., CELI A. 2009, Tra baita e bunker,
Fondation Émile Chanoux, Aosta.
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